XVI domenica del tempo ordinario

Abramo accolse tre uomini  sotto l’albero. Offrì loro la possibilità di rinfrescarsi i piedi, preparò pane latte e carne per la loro fame. Alla fine s’accorse d’aver accolto Dio stesso, il suo Dio, che volle premiare la sua ospitalità oltre ogni aspettativa: gli preannunziò la nascita del figlio, senza tener conto dell’età sua e di quella della moglie Sara.

Di ospitalità parla pure il Vangelo. Marta e Maria accolgono Gesù con i discepoli durante il loro viaggio. Sono saliti da Gerico e stanno arrivando a Gerusalemme. Stanno pure continuando un viaggio interiore, un cammino, cui li obbligano le parole e la decisione del Maestro. Egli si è appena rivolto a loro con la parabola del buon Samaritano. Attraverso di essa egli ha parlato di se stesso in maniera velata, ma comprensibile, e inoltre ha lasciato intendere come i suoi discepoli devono essere pronti a servire i fratelli con una disponibilità totale.

Il breve brano di Luca ci mostra ora come Gesù può essere accolto. Le due sorelle gli aprono la porta. Marta lo accoglie  nella sua casa, Maria lo accoglie nel suo cuore. Noi impareremo da tutte e due.

Marta vede le necessità materiali sia di Gesù che dei discepoli: essi hanno bisogno di lavarsi, di bere, di mangiare. Lei si dà da fare, si preoccupa, si impegna in tutti quei servizi che ritiene necessari. Gesù certamente li accetta con gratitudine. Pare che Marta stia vivendo in maniera esemplare l’insegnamento dato dal samaritano della parabola.

Sua sorella Maria pure è contenta dei nuovi ospiti: li accoglie mettendosi però ai piedi del Signore, come un discepolo, attenta alle parole che escono dalla sua bocca. Ella si lascia purificare e nutrire e dissetare da quanto egli pronuncia. Come deve essersi sentito amato Gesù da lei! Ella gode di lui, e, con il suo desiderio di ascoltare, pare gli dica: «Sei importante, Gesù, per la mia vita! Dimmi quello che vuoi e io lo farò. Mi lascio istruire da te, voglio fare quanto tu desideri»! Maria non sta in ozio, ma vuol fare non la propria volontà, bensì quella del suo Signore!

Marta serve con impegno, però ad un certo momento scoppia! Non sopporta che sua sorella stia lì ad ascoltare Gesù. È sicura di se stessa, tanto da sentirsi in diritto di rimproverare Gesù, come se si disinteressasse di lei e del suo lavoro. Vorrebbe che anche la sorella si preoccupi del cibo e delle bevande. Vorrebbe essere ritenuta più importante di lui da sua sorella! Le sue parole, dette con evidente disappunto, creano un’atmosfera penosa per tutti. Marta, con la sua pretesa, distrugge quel clima di pace e serenità che Gesù sta diffondendo con la sua presenza e con le sue parole.

A questo punto ascoltiamo l’intervento di Gesù, che ama Marta e apprezza il suo spirito di servizio. Il servizio ai fratelli è importante, come egli aveva già insegnato, ma deve essere preceduto dall’ascolto. Il servizio ai fratelli deve essere un servizio divino, impregnato dell’amore a Dio, pervaso di Spirito Santo! Per questo il servizio deve essere obbedienza a Dio. È quindi necessario prima di tutto stare in ascolto di lui per fare veramente la sua volontà! Maria ha davvero  scelto la parte migliore, la parte di chi si riempie di Parola di Dio e di Spirito Santo.

Noi impariamo da tutte e due le sorelle: impariamo ad essere sempre disponibili, ma per fare quanto il Signore ci chiede, e non tutto quello che ci viene in mente. Anche per i fratelli stanchi e sofferenti la cosa più importante, che consola e dà forza, è la Parola di Dio, è l’essere orientati a Gesù. È lui il pane e l’acqua e il vino che dà forza e rallegra il cuore dell’uomo!

Ci aiuta San Paolo, ricordandoci la sua gioia di poter soffrire per noi. Egli soffre convinto di  completare in se stesso la formazione dell’immagine di Gesù: egli si è donato sacrificandosi, e perciò noi saremo perfetti quando anche in noi si realizza l’offerta della vita, anche a costo di sacrificio e sofferenza. Non c’è servizio più bello e più prezioso di questo:  rendere ciascuno perfetto in Cristo! Ogni nostra ospitalità deve tendere a questo, così anche in noi si realizza la sua immagine!

Padre sapiente e misericordioso, donaci un cuore umile e mite, per ascoltare la parola del tuo Figlio che ancora risuona nella Chiesa, radunata nel suo nome, e per accoglierlo e servirlo come ospite nella persona dei nostri fratelli.

don Vigilio Covi