XVII domenica del tempo ordinario

Oggi la liturgia ci introduce al mistero della preghiera. Ascoltando il brano evangelico viene da domandare: cosa hanno visto i discepoli mentre Gesù pregava? Cosa li ha affascinati tanto da indurli a chiedere a Gesù di insegnare loro a pregare? Nella sua risposta Gesù apre come una finestra sul suo mondo interiore. Se Gesù insegna il Padre nostro, vuol dire che ciò che rendeva singolare la sua preghiera era l’intensità di intimità con quel Padre di cui custodiva i comandamenti, di cui annunciava la prossimità, di cui svelava il volto, di cui mostrava la verità nell’amore all’uomo e di cui suscitava la nostalgia in questo mondo.

È lo stesso Padre, a cui si era rivolto Abramo nella sua preghiera di intercessione, preghiera che era scaturita dalla rivelazione che il Signore si apprestava a fargli : “Devo io tenere nascosto ad Abramo quello che sto per fare, mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra?”, secondo la proclamazione del salmo: “Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza” (Sal 25,14), che nel testo ebraico suona: “Il segreto (o l’intimità) del Signore è per quanti lo temono”. Abramo, che si sente polvere e cenere, può parlare al suo Signore da dentro l’alleanza che gli è stata offerta e alla quale ha aperto il suo cuore in tutta fiducia.

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XVI domenica del tempo ordinario

Abramo accolse tre uomini  sotto l’albero. Offrì loro la possibilità di rinfrescarsi i piedi, preparò pane latte e carne per la loro fame. Alla fine s’accorse d’aver accolto Dio stesso, il suo Dio, che volle premiare la sua ospitalità oltre ogni aspettativa: gli preannunziò la nascita del figlio, senza tener conto dell’età sua e di quella della moglie Sara.

Di ospitalità parla pure il Vangelo. Marta e Maria accolgono Gesù con i discepoli durante il loro viaggio. Sono saliti da Gerico e stanno arrivando a Gerusalemme. Stanno pure continuando un viaggio interiore, un cammino, cui li obbligano le parole e la decisione del Maestro. Egli si è appena rivolto a loro con la parabola del buon Samaritano. Attraverso di essa egli ha parlato di se stesso in maniera velata, ma comprensibile, e inoltre ha lasciato intendere come i suoi discepoli devono essere pronti a servire i fratelli con una disponibilità totale.

Il breve brano di Luca ci mostra ora come Gesù può essere accolto. Le due sorelle gli aprono la porta. Marta lo accoglie  nella sua casa, Maria lo accoglie nel suo cuore. Noi impareremo da tutte e due.

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XV domenica del tempo ordinario

Obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, osservando i suoi comandi…; e ti convertirai al Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima”! Mosè così parlò al popolo. Le parole  con tutto il cuore e tutta l’anima sono rimaste vive ad indicare la misura dell’amore dei credenti verso il loro Dio: l’amore, se è vero, è sempre completo, impegna tutto di sé, altrimenti non è amore! A noi non è certamente possibile vivere un amore totale verso Dio: il nostro amore sarà sempre in qualche modo limitato da quell’egoismo che portiamo dentro anche senza accorgerci. Possiamo però coltivare il desiderio e la volontà della totalità dell’amore, o meglio coltiviamo la nostra unione a Gesù: in lui abita “ ogni pienezza”, anche la pienezza dell’amore al Padre! Ci teniamo uniti a Gesù,  immagine del Dio invisibilecapo del corpo che è la Chiesa, il cui sangue versato è il segno dell’amore totale sia verso Dio che verso noi uomini!

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Adorazione notturna

Venerdì 12 luglio

la chiesa rimarrà aperta tutta la notte

dalle 21 alle 22.30 adorazione comunitaria

XIV domenica del tempo ordinario

La prima lettura prepara il nostro cuore all’annuncio dato dal vangelo. Rallegratevi… esultate, sfavillate di gioia! Quale notizia sta per raggiungerci? Il profeta Isaia annuncia pienezza di amore, pienezza di vita. L’amore grande come quello di una madre non ci mancherà, un amore che riempie la vita con senso di sazietà e di realizzazione piena! Dio viene a prendersi cura di noi, egli stesso ci vuole incontrare: “Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore”! La stessa gioia viene espressa pure dal salmo. Le opere di Dio ci fanno esultare di gioia, perché egli “non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia”.

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XIII domenica del tempo ordinario

La necessità di rendere in un buon italiano il testo del vangelo a volte fa perdere le sfumature di riferimento per comprenderne a fondo il senso. È il caso del brano di oggi. Inizia la lunga sezione della salita di Gesù a Gerusalemme dove si compirà la sua passione (9,51-19,28). Nella descrizione di Luca la narrazione assume toni solenni e del tutto speciali anche nel linguaggio. Leggiamo: “Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. … non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme”. Letteralmente invece suonerebbe: “Mentre si compivano i giorni della sua assunzione (termine che può indicare sia la morte che l’ascensione di Gesù), indurì il suo volto per incamminarsi verso Gerusalemme e mandò davanti al suo volto degli angeli […] non vollero riceverlo, perché il suo volto stava seguendo il cammino verso Gerusalemme”.

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