XXVI domenica del tempo ordinario

La parabola di oggi illustra in negativo quello che la parabola dell’amministratore disonesto illustrava in positivo: “Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand’ essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne”. La costatazione di fondo può essere riassunta così: il povero ha bisogno del ricco in vita, il ricco ha bisogno del povero in morte. Guai a non accorgersi di questo bisogno!

Possiamo leggere la parabola in tre tempi:

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XXV domenica del tempo ordinario

Ai farisei Gesù aveva raccontato le tre parabole della misericordia (Lc 15), ora racconta la parabola dell’amministratore disonesto e scaltro ai discepoli, che già hanno fatto esperienza della misericordia di Dio. È come se Gesù mostrasse in cosa consiste in pratica la fedeltà dei discepoli spesso paragonati ad amministratori nella casa di Dio. Il punto nevralgico è costituito dalla lode del padrone: il padrone è defraudato, ma loda il suo amministratore disonesto. La lode su cosa si appunta? L’avverbio greco abbinato all’agire dell’amministratore, avverbio che noi traduciamo ‘con scaltrezza’, in questa accezione non rende ragione dell’intenzione del padrone. Il termine è lo stesso che viene riferito alle cinque vergini sagge o prudenti che si distinguono dalle loro compagne stolte o stupide. Si distinguono per la premura di conservare l’olio in piccoli vasi. Ciò significa che l’attesa del loro cuore è volta all’incontro con lo sposo, mentre per le altre si tratta solo di aspettare. Anche nella parabola odierna, il padrone loda la ‘saggezza’ dell’amministratore perché dispone il suo agire in funzione del futuro senza perdersi nel presente: non si abbatte per essere scoperto nella sua disonestà, sa cosa fare per non restare escluso dalla vita. La differenza che Gesù sottolinea tra i figli di questo mondo e i figli della luce sta proprio nel fatto di saper cosa fare in rapporto alla dimensione in cui ci si colloca. Se i figli della luce si percepiscono in rapporto al Regno, il loro agire resta vincolato alla grazia del regno e tutto quello che vivono in questo mondo è aperto appunto alla grazia del regno che li ha sorpresi e conquistati.  Questo è il senso della parabola.

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XXIV domenica del tempo ordinario

Il capitolo 15 del vangelo di Luca è un inno alla misericordia di Dio che in Gesù viene manifestata in tutto il suo splendore. Ciò che le parabole sottolineano, ragione convincente per il nostro cuore della fiducia che merita l’amore di Dio, è una cosa sola: la gioia di Dio nel suo essere misericordioso. Il segreto è così celato nella Legge che Gesù si industria in mille modi per svelarlo ai farisei, che della Legge avevano fatto la scoperta del senso della vita e la regola di condotta.

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Prima professione di Mathilde Nyransabimana

Con gioia e gratitudine
la Madre e le Consorelle,
unite alla famiglia,
annunciano la prima professione di

Mathilde Nyransabimana
giovedi 12 settembre – ore 17

Sua Ecc. Mons. Luigi Stucchi
Vicario Episcopale per la Vita Consacrata
presiederà la S.Messa con il rito di professione

Tutti siete invitati

XXIII domenica del tempo ordinario

Le parole di Gesù suonano così perentorie da incutere timore: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo … Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”. Non sono parole dette in astratto, ma rivolte proprio a chi era rimasto affascinato da Gesù e lo seguiva. È come se Gesù volesse ribadire: non crediate di ottenere vantaggi venendomi dietro. La posta in gioco è assai più alta.

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