Un libro a settimana: La pace del cuore di di J.Philippe

4. Per crescere nella fiducia: una preghiera da bambino

Come crescere e dimorare in questa totale fiducia in Dio? Non sarà sufficiente poggiarci su speculazioni intellettuali e considerazioni teologiche: non reggeranno nel momento della prova. Ciò che ci sosterrà sarà uno sguardo di contemplazione su Gesù. Contemplare Gesù che dona la sua vita per noi; nutrirci di questo amore folle che egli manifesta per noi sulla croce: ecco quanto veramente ispira fiducia. Come potrebbe questa suprema prova d’amore — « Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici » (Gv 15,13) —, instancabilmente contemplata con uno sguardo di fede, non fortificare poco a poco il nostro cuore, stabilendolo in un atteggiamento di incrollabile fiducia? Cosa mai possiamo temere da un Dio che ci ha manifestato il suo amore in modo così evidente? Come potrebbe non stare per noi, non agire a nostro favore, questo Dio amico degli uomini « che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi » (Rm 8,32)? E « se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? » (Rm 8,31).

Vedete bene dunque l’assoluta necessità della contemplazione per crescere nella fiducia. Molte persone vivono nell’inquietudine proprio perché non sono contemplative, nel senso che non prendono del tempo per nutrire il proprio cuore e per restituire ad esso la pace attraverso uno sguardo di fede e di amore posato su Gesù. Per resistere alla paura e all’ abbattimento bisogna, mediante un incontro personale con Dio nella preghiera, poter « gustare e vedere com’è buono il Signore » (Salmo 34). Le certezze che vengono ad abitare il nostro cuore, come frutto della fedeltà alla preghiera, sono di gran lunga più forti di quelle che derivano dalla più alta teologia.

Così come sono incessanti gli assalti del male, i pensieri di scoraggiamento e di sfiducia, incessante ed instancabile deve essere la nostra preghiera. Quante volte mi è capitato di recarmi a fare l’ora quotidiana di adorazione davanti al santissimo Sacramento in uno stato di preoccupazione e scoraggiamento, e senza che nulla di particolare fosse successo, senza aver detto né avvertito cose speciali, di uscirne col cuore placato! La situazione era esteriormente sempre la stessa, i problemi ancora da risolvere, ma il cuore era cambiato e poteva ormai affrontarli nella pace. Lo Spirito santo aveva lavorato nel segreto. Non insisteremo mai abbastanza, dunque, sulla necessità dell’orazione silenziosa, vera fonte della pace interiore. Come abbandonarsi a Dio, e avere fiducia in lui, se non lo conosciamo che da lontano, senza un incontro personale? (…)

tratto da “La pace del cuore” di J.Philippe (ed. Dehoniane – Roma)