Un libro a settimana: Quando il maestro parla al cuore di G. Courtois

Ascoltami e parlami

Ascolta. Comprendi. Raccogli. Assimila. Metti in pratica. È difficile, lo so, darmi ascolto quando la testa è piena di chiasso. È necessario il silenzio, è necessario il deserto. Si ha terrore dell’aridità e del vuoto. Ma se tu sei fedele, se perseveri, lo sai, il tuo Diletto farà sentire la sua voce, il tuo cuore brucerà e questo ardore interiore ti darà la pace e la fecondità. Allora assaporerai fino a che punto il tuo Signore è soave, fino a che punto il suo peso è leggero. Esperimenterai, al di là del tempo che consacrerai esclusivamente a me, la realtà del Dilectus meus mihi et ego illi.

La tua missione non consiste soltanto nel cercare di inserirmi in ogni realtà umana, ma di facilitarmi l’assunzione di ogni realtà umana affinché la consacri alla gloria del Padre mio.

Guardami. Parlami. Ascoltami.

Io non sono soltanto testimone di verità, ma la Verità. Io non sono soltanto canale di vita, ma la stessa Vita. Io non sono soltanto raggio di luce, ma la stessa Luce. Chi comunica a me comunica alla Verità. Chi riceve me riceve la Vita. Chi segue me cammina su una strada di luce, e la luce che sono lo cresce in lui.

Sì, parlami spontaneamente di tutto ciò che ti preoccupa. Io lascio un largo spazio alla tua iniziativa. Non credere che ciò che ti riguarda mi possa lasciare indifferente poiché tu sei qualcosa di me. L’essenziale per te sta nel non dimenticarmi, nel rivolgerti a me con tutto l’amore e con tutta la fiducia di cui sei attualmente capace.

Io ti parlo nell’intimo dell’anima, in quelle regioni in cui la tua mentalità si arricchisce comunicando alla mia. Non è necessario che tu distingua subito e con chiarezza quello che ti dico. L’importante è che il tuo pensiero si impregni del mio. Dopo potrai tradurre ed esprimere.

(…)

Nella mia luce il tuo spirito si fortificherà, i tuoi pensieri si chiariranno, i problemi si avvieranno a soluzione. Vorrei servirmi di te in modo più pieno. Per questo, orienta continuamente la tua volontà verso di me. Spogliati di te stesso. Fatti una mentalità di membro che ha soltanto me come ragione e scopo della vita.

Chiamami in aiuto, con dolcezza, con calma, con amore. Non credere che io rimanga insensibile alle delicatezze dell’affetto. Tu mi ami, certamente; ma provamelo di più.

Raccontami la tua giornata. Certo io già la conosco, ma mi piace sentirtela narrare, come alla madre piace il chiacchierio del suo bambino al ritorno da scuola. Esponimi i tuoi desideri, i tuoi progetti, i tuoi fastidi, le tue difficoltà. Forse che non sono in grado di aiutarti a superarli?

(…)

Hai delle domande da farmi? Non esitare. Io sono la chiave di tutti i problemi. Non ti darò la risposta immediatamente, ma se la tua domanda parte da un cuore che ama, la risposta verrà nei giorni successivi, sia per l’intervento del mio Spirito, sia attraverso gli avvenimenti.

Hai qualche desiderio da formulare, per te, per gli altri, per me stesso? Non temere di chiedermi troppo.

Così facendo affretterai in una certa misura, seppure invisibile, l’ora dell’assunzione in me di tutta l’umanità e farai elevare il livello dell’amore e della mia presenza nel cuore degli uomini.

Come per Maria Maddalena al mattino di Pasqua, il mio cuore ti chiama continuamente per nome; sono in ansia per la tua risposta. Io dico il tuo nome sottovoce e aspetto il tuo ecce adsum : « eccomi », in testimonianza della tua attenzione e della tua disponibilità.

 

tratto da “Quando il maestro parla al cuore” di Gaston Courtois (edizioni San Paolo )